20 giugno 2007
Adeguatevi agli studi, vi conviene!
Questo il messaggio che il Direttore dell’Agenzia delle Entrate comunica all’agitato popolo dei contribuenti soggetti agli studi di settore.
Quello che non riesco a capire è come interpretare questo scritto: va inteso come un consiglio fraterno all’amico contribuente oppure come una - nemmeno tanto – velata minaccia verso lo stesso?
Non so perché ma tendo a propendere per la seconda ipotesi.

Già dal titolo mi viene da storcere un po’ il naso: infatti se “STUDI SETTORE: CHI SUBISCE ACCERTAMENTO ORDINARIO PAGA IN MEDIA QUASI 3 VOLTE IN PIU’” può essere la mera esposizione di un dato di fatto, “ADEGUARSI CONVIENE SOPRATTUTTO AI CONTRIBUENTI” mi puzza fin troppo di consiglio che non conviene rifiutare. Tralasciando il fatto che non comprendo la convenienza a pagare più imposte di quante dovrei, sembra che il messaggio sottintenda che se non pago meno subito probabilmente pagherò molto dopo.
Viene poi ribadito il fatto che gli studi “non sono uno strumento di accertamento automatico” . Due giorni fa il Vice Ministro Visco dichiarava che, poiché ci sono 1 milione di contribuenti non congrui, 500.000 controlli li farà. E’ vero, non sono uno strumento d’accertamento automatico, sono uno strumento semi-automatico.
Continua poi dicendo
“È vero che quest’anno, applicando le norme decise dal Parlamento, è stata
elevata l’asticella per rientrare nei parametri. Ma i redditi da cui si parte
sono in molti casi irrisori o addirittura negativi. È inevitabile avere una
percentuale di incremento elevata quando si parte da valori particolarmente
bassi”
.
Quindi non è che la gente non guadagna più perché il sistema Italia non funziona ed è mal governato ma semplicemente perché mente (la gente, non l’Italia).
Ora: lungi da me fare l’avvocato del diavolo. In Italia esistono gli evasori e non sono nemmeno pochi. Quello che si sbaglia, secondo me, è il modo di contrastarli.
Si dovrebbe finalmente capire che questo metodo degli studi di settore non è idoneo allo scopo!
Innanzitutto sono troppo costosi, in tutti i sensi: sono costosi per lo Stato che deve continuamente perfezionarli e tenerli aggiornati mediante commissioni di esperti che di certo non lavorano gratis e sono costosi per il contribuente che, oltre ad adeguarsi ai risultati, deve pure pagare qualcuno che li compili.
In secondo luogo sono inutili: lo Stato, infatti, deve comunque fare dei controlli sia in caso di non congruità, come è ovvio, sia in caso di congruità, per verificare che i dati dichiarati siano veritieri. A questo punto controllare per controllare tanto vale fare senza.
Il direttore dell’Agenzia delle Entrate dice anche
la legge chiede a tutti i contribuenti, sia soggetti agli studi che non, di
pagare le imposte sui redditi effettivi”
.
La soluzione ideale, sempre a mio modestissimo avviso, risiede proprio nella corretta comprensione della parola effettivi.
Se, infatti, tutti i contribuenti (e per tutti intendo imprenditori, professionisti, dipendenti, pensionati ecc. ecc.) pagassero le imposte sul proprio reddito effettivo derivante dalla semplicissima differenza entrate – uscite, sono convinto che il problema evasione sarebbe quasi risolto.
Immaginate di poter dedurre dal vostro reddito annuo tutte le spese che sostenete nel medesimo periodo (alimentari, meccanico, idraulico, e chi più ne ha più ne metta) e di pagare le imposte solo su quello che vi avanza: non pensate che chiedereste fatture e scontrini a tutti? E se lo fate è chiaro che non può esserci “nero” e, di conseguenza, evasione.
Di certo non sono il primo ad aver pensato ad una soluzione di questo tipo ma mi sembra così semplice e giusta che non capisco perché non la si valuti con la serietà che merita.

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posted by Davide at mercoledì, giugno 20, 2007 |


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